Quando scorriamo gli scaffali del supermercato alla ricerca di uno snack che non rovini la nostra dieta, spesso ci lasciamo attirare da scritte accattivanti come “light”, “zero zuccheri” o “dietetico”. Le merendine light e i dolcificanti intensivi dominano oggi il mercato degli snack salutari, ma dietro queste promesse si nasconde una realtà fatta di additivi e sostanze chimiche che meritano la nostra attenzione. Queste definizioni però non sempre corrispondono a una reale semplificazione degli ingredienti: le merendine presentate come salutari possono contenere una varietà di additivi la cui presenza, pur essendo regolamentata, risulta spesso difficile da comprendere.
La realtà dei dolcificanti nelle merendine light
Il settore delle merendine salutari utilizza frequentemente i dolcificanti intensivi, tra cui acesulfame K, sucralosio e aspartame, riportati in etichetta con denominazioni o sigle tecniche che possono risultare poco leggibili. Questi dolcificanti permettono effettivamente una riduzione dell’apporto calorico rispetto allo zucchero tradizionale, ma la questione è più complessa di quanto sembri.
Ricerche scientifiche pubblicate su Nature hanno riscontrato che alcuni dolcificanti come il sucralosio e l’aspartame possono alterare la composizione del microbiota intestinale nei topi, suggerendo scenari potenzialmente rilevanti anche per l’uomo. Va sottolineato che questi effetti sull’uomo sono ancora oggetto di studio e dibattito, con la comunità scientifica che evidenzia la necessità di ulteriori dati per stabilire un impatto clinicamente rilevante su metabolismo e salute.
Emulsionanti: cosa si nasconde dietro i codici E
Tra gli additivi più diffusi nelle merendine troviamo gli emulsionanti di sintesi come mono e digliceridi degli acidi grassi (E471), poliricinoleato di poliglicerolo (E476) e la lecitina, spesso indicati tramite codici numerici conformi alla legislazione europea. Questi additivi sono essenziali per ottenere la texture cremosa e appetitosa che caratterizza molte merendine light, ma il loro impatto sulla salute sta diventando oggetto di crescente attenzione scientifica.
Studi condotti in laboratorio su modelli animali suggeriscono che alcuni emulsionanti possano alterare la barriera intestinale, aumentandone la permeabilità . Sebbene questi dati siano stati confermati in laboratorio, l’efficacia e la rilevanza nell’uomo non sono ancora del tutto chiarite. L’EFSA monitora costantemente la sicurezza di questi additivi e fissa un livello di assunzione giornaliera accettabile.
L’effetto sulla barriera intestinale
Ricerche condotte principalmente su modelli animali hanno confermato che emulsionanti come il carbossimetilcellulosa e il polisorbato-80 possono influenzare negativamente la funzione della barriera intestinale e la composizione del microbiota. Il fenomeno della permeabilità intestinale aumentata viene studiato nei contesti di ricerca, anche se la sua rilevanza clinica nell’uomo è ancora oggetto di discussione nella comunità scientifica.
Conservanti: tra sicurezza e durata del prodotto
Le merendine light, come tutti i prodotti confezionati a lunga conservazione, contengono spesso conservanti autorizzati come l’acido sorbico e i suoi sali (E200-E203), necessari per prolungare la shelf-life e prevenire la crescita microbica. Queste sostanze possono provocare reazioni di intolleranza in soggetti sensibilizzati, ma sono considerate sicure nei limiti stabiliti dalla legge.
Nel quadro di una crescente attenzione al naturale, è frequente l’uso di antiossidanti come l’estratto di rosmarino, impiegato più per la sua efficacia conservante, essendo ricco in tocoferoli (vitamina E), che per finalità sensoriali. Alcuni processi produttivi possono lasciare tracce residuali di solventi negli emulsionanti, ma i livelli ammessi sono rigidamente regolati e vengono regolarmente controllati dalle autorità preposte.
Strategie per una lettura consapevole delle etichette
La prima linea di difesa consiste nell’imparare a decifrare correttamente l’etichetta nutrizionale. Gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente di quantità , come previsto dalla normativa europea. Questa regola generale permette di identificare quali sostanze sono presenti in maggiore quantità nel prodotto e rappresenta uno strumento fondamentale per fare scelte consapevoli.
- Individuare e decodificare i codici E per riconoscere la presenza di additivi specifici
- Diffidare da liste ingredienti inutilmente complesse o con sostanze incomprensibili
- Leggere attentamente la sezione “può contenere tracce di” che segnala possibili allergeni
- Prestare attenzione alle diciture “aroma naturale identico” che indica sostanze sintetiche
Scelte più trasparenti per il benessere
Esistono alternative che privilegiano l’uso di dolcificanti naturali come la stevia o l’eritritolo, entrambi riconosciuti come sicuri dall’EFSA. Prodotti che utilizzano emulsionanti di origine vegetale non modificata e antiossidanti naturali quali la vitamina E da fonti certificate mostrano un profilo potenzialmente più rassicurante per la popolazione generale, anche se la tolleranza individuale può variare significativamente da persona a persona.
La consapevolezza sulla lettura delle etichette e la conoscenza delle principali categorie di additivi consentono scelte più informate e in linea con i propri obiettivi di benessere. Non si tratta di demonizzare categorie intere di prodotti, ma di acquisire gli strumenti per valutare con cognizione di causa cosa stiamo acquistando. Le merendine light possono rappresentare una scelta valida per chi cerca di ridurre l’apporto calorico, ma è fondamentale essere consapevoli di tutti gli ingredienti presenti, non solo delle calorie dichiarate sulla confezione. La vera differenza la fa la capacità di leggere oltre le promesse del marketing e comprendere cosa realmente stiamo portando sulla nostra tavola.
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